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2015Gianfranco Iervolino è un po’ timido e un po’ no. Professione pizzaiolo, anzi, come dice lui, pizzajuolo, perché ha un’altra musicalità, ama suonare e cantare, ovviamente repertorio napoletano, e racconta con orgoglio i mesi passati a studiare con il maestro Sergio Bruni. Insegna anche tanto, a Pollenzo nella facoltà di Scienze Gastronomiche e presso le scuole del Gambero Rosso. Nell’ambiente è riconosciuto tra i massimi esperti di lievitazione (da 12 ore in su e oltre 60 per cento di idratazione per rendere la pasta molto digeribile). 40 anni e un lungo peregrinare tra le pizzerie della Campania, un passo indietro dai riflettori della popolarità di tanti altri suoi colleghi, sebbene quest’anno siano arrivati i premi Pizza dell’anno e i Tre Spicchi del Gambero Rosso. Oggi si è fermato a Palazzo Vialdo, bell’edificio di Torre del Greco che, da dieci anni, è impegnato nella ristorazione (a gennaio apre anche Pa’Nino gourmet, paninoteca all’italiana). Chiude l’anno (e inaugura il prossimo) con il menù “Le Pizze del Buon Vivere”, sei pizze per altrettanti stati d’animo, regole da portare in tavola, ma soprattutto, da mettere in pratica una volta alzatisi. Le mangiamo accompagnate dalle bollicine franciacortine di Contadi Castaldi: Satèn, Rosè e Brut, un pre-brindisi al nuovo anno alle porte.
Benessere. è la pizza al forno fatta con farina tipo 1, da non confondere con quella integrale, che preserva una maggiore quantità di crusca rispetto a quella 00. Dunque, l’importanza delle fibre che ritroviamo anche nel ripieno di verdure fatto di scarola cruda (indivia), provola dei Monti Lattari, olive nere di Gaeta (antiossidanti) capperi di Salina e alici di Cetara (omega 3). Sapida ma non salata, leggerissima la pasta e un leggero sentore speziato dato dalla farina non raffinata
Amicizia. Dedicata agli amici di Slow Food e al progetto dell’Alleanza, che mette assieme i cuochi impegnati nella salvaguardia delle biodiversità territoriali, questa pizza non poteva che essere fatta con alcuni Presidi campani: carciofo violetto di Castellammare (durante l’infiorescenza il capo viene coperto da una coppetta di coccio), fiordilatte dei Monti Lattari e cacioricotta di capra del Cilento (rara la capra cilentana). Iervolino tende a lasciare la pasta sempre un po’ “scialba” e fa bene: il poco sale esalta la salinità degli ingredienti e fa crescere meglio la maglia glutinica
Ottimismo. Se è vero che il buon umore va cercato soprattutto nelle piccole cose, la pizza può essere un buono esempio. La “pizza che ride e fa ridere” secondo Gianfranco, è fritta con spinaci appena sbollentati (quindi tendenza dolce) speck e ricotta di bufala. A patto che il fritto sia asciutto e croccante. E questo lo è
Passione. Qui comincia a entrare in gioco il rosso e, ovviamente, il piccante: pomodori San Marzano dop, (quelli a marchio “Il Miracolo di San Gennaro” sono delicati e leggermente aciduli) provola dei Monti Lattari e ‘nduja di Spilinga. Altra chicca autoctona è l’olio extravergine del Vesuvio, quello di Villa Dora, poche migliaia di bottiglie di leccina, nocellara e frantoio.
Arte. Fortemente voluta dal pizzaiolo musicista, che l’ha pensata come uno spartito fatto di tre note/ingredienti, l’accordo in do maggiore, quello più armonico: gorgonzola, pancetta di maiale nero casertano e pepe verde. La più “esotica” delle sei proposte è saporita e vivace nella combinazione dei gusti. Appena più grassa delle precedenti e con un finale persistente dato dal pepe
Umiltà. Quella in cui si riconosce Gianfranco che si stranisce quando gli avventori della pizzeria vogliono farsi un selfie con lui. Ma umile è la pizza, piatto nato e rimasto – nonostante le varianti gourmet – povero. Quindi la chiusura spetta a lei, alla pizza ” a libretto”, quella da mangiare in piedi ripiegata nella carta assorbente: pomodoro, fiordilatte di Agerola e basilico, antesignana dello street food, roba da cibo di strada. Si mangia con i piedi per terra.
foto di Francesca Ciancio e Vincenzo Jr Pellino
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2015Vale sempre seguire le tracce dei grandi artigiani del gusto. Star dietro alle loro avventure professionali e verificare come, pur cambiando lo scenario in cui operano, non si appanna il loro talento. Ma magari cresce con i nuovi stimoli che raccolgono.
Abbiamo conosciuto Gianfranco Iervolino alcuni anni or sono e ci ha subito convinto.
Lo abbiamo coinvolto un lab di successo con il maestro Guglielmo Vuolo in occasione del lancio della Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania.
All’epoca il giovane Iervolino era a Boscoreale proveniente da una ricca esperienza di cucina. Non ne abbiamo perso le tracce quando si è trasferito a Villa Giovanna. Anche qui ha portato alto il suo nome, distinguendosi e facendo parlare di sè.
Oggi il pizzaiolo Gianfranco Iervolino è al Palazzo Vialdo, dove era stato lungi anni, quando questo era incentrato su un bel ristorante gourmet.
Iervolino lo abbiamo individuato già da tempo come il pizzaiolo più gourmet della regione Campania. E questo perchè la sua capacità creativa non ha il limite comune a molti colleghi del dominio delle tecniche di cucina. Iervolino è uno chef e dello chef ha tutta la pignoleria.
Oltre a fare un grande impasto (oltre 18 ore di lievitazione), oltre ad essere stato tra i primi ad aver sperimentato estensivamente l’uso della farina integrale (e per questo aver visto scioccamente arricciarsi molti nasi in nome di una tradizione che lui perfettamente ha presente) ha la capacità della ricerca della armonia: la perfetta proporzione tra base e farcitura e il bilanciamento degli ingredienti per quest’ultima.
Queste qualità gli valgono oggi la docenza nei Master dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, alla Scuola Dolce e Salato di Maddaloni (Caserta) e alla Città del Gusto Napoli di Gambero Rosso. Proprio il Gambero lo ha premiato nella edizione 2015 di Pizzerie d’Italia come Miglior Pizza Gourmet e Tre Spicchi.
Oggi al Vialdo, è qui da settembre, esprime il carico di esperienze che ha raccolto in questi anni e rinsalda, dopo due anni di intermezzo, il legame con la famiglia Di Prisco, imprenditori avveduti – e generosi negli investimenti che portino alto il nome della famiglia – essendo questa del locale di Torre del Greco, in particolare per Vincenzo, un’attività che ha radici in una grande passione per il food. Un giocattolo (detto nel senso migliore della parola) che deve funzionare a puntino, divertire e portar ulteriore smalto alla famiglia che è attiva nel settore immobiliare e della banqhettistica.
Il Palazzo Vialdo è a 3 minuti dal casello della autostrada di Torre Annunziata, in posizione comodissima da raggiungersi ed è un locale accogliente, dal servizio impeccabile ed esteticamente molto curato.
Ai 60 posti della sala principale si aggiungono quelli del piano soppalcato e della terrazza esterna. Tanti i progetti in cantiere, tra l’altro quello di una braceria panineria di alto livello il cui nome è una dedica al padre dei fratelli Di Prisco.
Impeccabile la frittura di antipasto.
Davvero simpatica e ben eseguita la pizzetta di entrée con Tonno di Cetara.
Leggera e golosa la pizza.
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2015Negli ultimi anni Gianfranco Iervolino aveva portato la sua pizza e la sua “filosofia” in diversi altri locali della zona vesuviana – dove è nato, e dove è tornato ormai da parecchi anni, dopo alcune eterogenee esperienze in giro per il mondo, dove ha lavorato e studiato anche come barman e in sala – ma adesso sembra aver trovato la sua collocazione stabile: il bel locale della famiglia Di Prisco, con cui Iervolino aveva già collaborato in passato, è decisamente all’altezza delle sue pizze, e dell’impegno con cui vi si dedica. Uno spazio ampio e moderno, arredato con cura e dislocato in diverse sale (tra cui una di prossima apertura dedicata a un “pub all’italiana” con panini farciti con prodotti made in Italy), accoglie gli ospiti del ristorante-pizzeria.
Noto per essere fra i primi ad aver portato anche a Napoli un concetto di pizza “gourmet” – vale a dire non solo materie prime di eccellenza tanto per l’impasto che per i condimenti, citate nel menu, ma anche abbinamenti studiatissimi e composizioni molto originali per questi ultimi, come se si trattasse di veri e propri piatti di alta cucina – Gianfranco ha adesso il pieno controllo dell’offerta della pizzeria di Palazzo Vialdo, ma collabora attivamente con il resto della brigata di cucina e con il giovane e bravo staff di sala per raggiungere l’obiettivo ultimo: far stare bene chi viene qui. Che si tratti di una veloce pausa pranzo (siamo sul corso che collega tutti i Paesi Vesuviani tra di loro e a Napoli, e a due passi c’è il tribunale) a base di pizza o dei piatti del giorno, o per una sosta più rilassata, a Palazzo Vialdo si sta proprio bene.
Il menu propone piatti della tradizione – dagli gnocchi alla sorrentina alla mozzarella in carrozza, alla parmigiana di melanzane – ma anche insalate ricche, diverse versioni di “caponata” a base di pane biscotto, carne alla griglia e sostanziosi panini e hamburger.
Ma noi consigliamo naturalmente di non perdere la pizza, a patto che riusciate a decidere quale assaggiare. I grandi classici come Margherita (San Marzano, fior di latte di Agerola, parmigiano, basilico, olio extravergine) o la Napoletana (San Marzano, aglio, extravergine, olive nere, alici di Cetara e origano fresco) non deludono, ma Gianfranco è giustamente famoso per le pizze più elaborate: a noi è piaciuta moltissimo la super-premiata “Jervolino” (anche detta “Che cavolo vuoi?”): vellutata di cavolfiore, fior di latte di Agerola, code di gamberi di Mazara del Vallo, lardo di Colonnata, limone di Sorrento e olio di Nocellara.
Tutti i venerdì, ci sono anche le pizze con impasto a mano, anche nella versione (semi) integrale che è un po’ il “marchio di fabbrica” di Gianfranco. Le pizze sono stagionali, dunque il menu varia durante l’anno.
Da bere, una piccola selezione di birra italiane ed estere e vini regionali.
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2015Le pizzerie sono tornate ad essere luoghi molto frequentati, attraversati da persone della più svariata natura. La pizzeria è un punto di incontro e condivisione dove spesso ci si reca non solo per mangiare un piatto popolare, gustoso ed economico, ma soprattutto per ritemprarsi da una giornata impegnativa o per distrarsi con leggerezza dai pensieri spiacevoli. Ecco che la pizza assume molteplici significati e, a seconda dei gusti che scegliamo, ci stuzzica pensieri e sensazioni diverse. Gianfranco Iervolino ha quindi pensato il menù Pizze del Buon Vivere, una occasione furbetta per metter sempre una pizza al centro dell’attenzione in qualsiasi momento. Al menù del Buon Vivere abbiamo scelto di abbinare i Franciacorta Contadi Castaldi essendo amanti delle bollicine che sempre sanno accendere il buon umore con quella leggerezza che tanto ci piace. Ogni pizza è dedicata a quelli che secondo noi sono i principi del Buon Vivere.
E allora:
Benessere: indispensabile per una buona qualità della vita. Le fibre sono importantissime per la salute del nostro organismoe così come gli omega tre contenuti nel pesce azzurro. Pizza integrale con crudo di scarola, provola dei Monti Lattari, olive nere di Gaeta, capperi di Salina, alici di Cetara, olio extravergine di oliva dop del Cilento. conFranciacorta Satèn 2009 Contadi Castaldi
Amicizia: è il valore che ci consola nei momenti difficili ed esalta quelli gioiosi. Per noi è importante l’alleanza con Slow Food che sostiene in maniera vitale i contadini ed i prodotti identitari del territorio di appartenenza. Dedichiamo quindi ai presìdi Slow Food la pizza dell’amicizia: Carciofo violetto di Castellamare, fior di latte dei Monti Lattari, cacioricotta di capra del Cilento. con Franciacorta Rosé s.a. Contadi Castaldi
Ottimismo: non ci servono motivi speciali per essere ottimisti. Il buon umore va ricercato nelle piccole cose. La pizza è sicuramente portatrice sana di allegria, del resto i nostri clienti mentre la mangiano sorridono sempre. Lo stesso effetto lo danno le bollicine nel vino. Ecco quindi la pizza fritta, che secondo noi è la più allegra di tutte, con spinaci, speck e ricotta di bufala. con Franciacorta Brut Contadi Castaldi
Passione: accende i sensi, attiva l’adrenalina e ci rende un po’ sciocchi. E’ indispensabile il lasciarci andare senza essere condizionati dalla ratio o dalla mania della produttività e la passione è l’unico elemento che riesca a liberarci. Ovviamente questa pizza è rossa e piccante, con pomodoro San Marzano dop, provola dei Monti Lattari e ‘nuja di Spilinga. con Franciacorta Rosé s.a. Contadi Castaldi
Arte: è quella cosa che ci rende nobili e sensibili. Gianfranco è un musicista quindi dedichiamo alla musica la pizza dell’arte. Solo tre note per un accordo in do maggiore, vivace e armonioso. Focaccia con gorgonzola, pancetta di maiale nero casertano e pepe verde. con Franciacorta Brut Contadi Castaldi
Umiltà: serve a riconoscere le persone grandi e a mantenere i piedi per terra. Ad avere sempre una piena visione della realtà. A sostenere il successo nei tempi lunghi. Ed ecco l’umilissima pizza Margherita piegata a portafoglio, quella che si vendeva per strada, con pomodoro di Napoli e fior di latte di Agerola. con Franciacorta Brut Contadi Castaldi.
Palazzo Vialdo è in via Nazionale 981 Torre del Greco (NA). Tel. 081 8471624 m. 348 3730340
Gianfranco Iervolino, classe 1974, originario di Torre Annunziata, torna dopo dieci anni a Palazzo Vialdo, elegante struttura della famiglia Di Prisco nella vicina Torre del Greco. Ha contribuito all’inaugurazione della pizzeria di Palazzo Vialdo che è anche ristorante, bar e braceria. Ha poi cambiato sede più volte perché, si sa, chi fa questo mestiere ama confrontarsi con nuove realtà per arricchire la propria pizza all’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Insegna anche presso Città del Gusto Gambero Rosso Napoli ed alla scuola di cucina Dolce e Salato di Maddaloni. E’ diventato un punto di riferimento importante nel settore della pizza e lo scorso anno ha rappresentato la tradizione della pizza napoletana presso Palazzo UNESCO a Parigi, in occasione dell’evento Cultur Al 2014 Campanie Terre Merveilleus. La guida alle pizzerie Gambero Rosso nel 2014 gli ha attribuito i riconoscimenti Migliore Pizza Gourmet ed i Tre Spicchi. E’ un pizzaiolo di nuova generazione, non perde mai di vista la centenaria tradizione napoletana in questo settore e contemporaneamente studia e si aggiorna di continuo per migliorare la qualità del suo prodotto. E’ un buon comunicatore convinto che, oltre all’impegno messo nel fare una pizza leggera, gustosa e condita con prodotti eccellenti, sia altrettanto rilevante la piena disponibilità verso il pubblico al quale si racconta sempre con generosità. Nella stessa misura ama il confronto con i colleghi e trasmette la propria esperienza senza mai risparmiarsi. Per lui il motto è: meglio esser e in tanti a saper fare una buona pizza così assicuriamo un buon futuro ai nostri figli.
Il progetto “Pizza 100% di Contadi Castaldi è l’incontro tra due culture che hanno molti punti in comune.
“Come ogni vignaiolo, così ogni pizzaiolo ha la propria ricetta segreta. Entrambi, poi, non possono fare a meno delle materie prime della loro terra di origine”, commenta Francesca Moretti, CEO di Terra Moretti wine . “La pizza è innanzitutto 100% Italia, è la fragranza del gusto, la creatività e l’accessibilità (facile da trovare e da mangiare), ma è anche l’amicizia. Se fate caso, in pizzeria andiamo con le persone con cui ci troviamo a nostro agio, con gli “amori possibili”, come direbbe Oliviero Toscani. E la pizza stessa è l’incontro possibile tra l’impasto e la farcitura, tra la tradizione napoletana e quella dei luoghi in cui essa si è diffusa. Noi abbiamo aggiunto un incontro in più: quello con le bollicine, i vini dell’amicizia e della condivisione. Pizza e bollicine hanno in comune i lieviti selezionati, che sono la formula magica tramite la quale il prodotto di partenza si trasforma chimicamente e sensorialmente. Infine, e forse prima di tutto, abbiamo sposato l’idea della tutela della Vera Pizza Napoletana, così come noi rispettiamo un disciplinare Docg per realizzare un autentico Franciacorta”.
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2015Palazzo Vialdo è un locale multifunzionale, aperto dal mattino per gradevoli piccole colazioni, fino a tarda sera. Le proposte variano da sontuosi piatti di cucina alle squisite pizze di Gianfranco Iervolino
Siamo al limes tra le due “torri”. Le due “torri” sono Torre del Greco e Torre Annunziata, città litoranee nel braccio occidentale del Golfo di Napoli. Qui ha sede il Palazzo Vialdo, di proprietà della famiglia Di Prisco. Si esce al casello di Torre Annunziata Nord dell’A3, la gloriosa Napoli – Pompei – Salerno, di recente ampliata e perciò adesso adeguatamente scorrevole. Elegante, confortevole, mai supponente, Palazzo Vialdo è locale multifunzionale aperto dal mattino per gradevoli piccole colazioni per chi non va di fretta, fino a tarda sera.
Proposte che variano in funzione dello scorrere delle lancette. Clou dell’offering, insieme con sontuosi piatti di cucina, le squisite pizze fatte dal re della pizza: Gianfranco Iervolino. Il prode Gianfranco Iervolino, giovane quarantenne, nasce chef e approda alla pizza per suo intimo convincimento guidato dalla grande passione per quanto da grano si fa farina e da farina lievita. È conoscitore profondo delle tecniche di impasto e coniuga questa somma competenza con la conoscenza precisa dei prodotti del territorio. Ne sortiscono pizze di assoluta eccellenza.
Qui i pomodori sono magistralmente prescelti da Gianfranco e ben lungi dall’essere commodity si palesano nelle loro specificità territoriali: San Marzano Dop, Piennolo del Vesuvio Dop, Corbara. Uso sapiente e calibrato sia di fiordilatte che di Mozzarella di Bufala Campana Dop. Accorto e di grande pregevolezza l’uso del Provolone del Monaco Dop.
Lodevole, tra le altre, la pizza eponima, la Iervolino. Tocchi insoliti per una pizzeria: un benvenuto con flûte e tapas. Gianfranco Iervolino, giammai casualmente, è anche formatore. Delle sue docenze si avvalgono le strutture di Pollenzo (Cn), della Città del Gusto di Nola (Na) e di Dolce&Salato di Maddaloni (Ce). Gianfranco Iervolino è pizzaiolo-musicista.
Nel piatto giunge melodia che è frutto di uno spartito rigorosamente e abilmente scritto, e con ciò si intende la già citata padronanza delle tecniche. Ma i contrappunti sono frutto di genialità propria che Gianfranco sa gioiosamente donare alla clientela gourmet. Gianfranco Iervolino è pizzaiolo generoso: grazie alla sua competenza, alla sua genialità e alla sua passione, il tempo trascorso a Palazzo Vialdo si compendia in deliziosa esperienza cognitiva ed emozionale.
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2015Ci sono pizzaioli e pizze che ti conquistano al primo incontro…
Un “colpo di fulmine” culinario che ho provato con il maestro Gianfranco Iervolino, al suo cooking show a “Le strade della mozzarella”, dove diede sfoggio di una fantasia senza pari…
Dopo la sua militanza a Boscotrecase alla pizzeria Lucignolo Bellapizza e poi a Ottaviano a “Villa Giovanna”, Gianfranco Iervolino torna alle origini, a Torre del Greco, nella splendida cornice di Palazzo Vialdo, dove ha già lavorato fino al 2011.
Splendida struttura rimodernata dal patron Vincenzo Di Prisco, divisa su tre piani, con un elegante ingresso con sala bar e saletta per degustare aperitivi, sala esterna e – a breve – con una tavernetta che ospiterà una bella sorpresa.
Qui, in un ambiente allo stesso tempo elegante e giovanile è possibile gustare sia un ottima cucina di mare e terra, sia fantastici panini gourmet – merito dello chef Antonio Perna ed i suoi sous Pasquale Farro e Girolamo Oliviero , che le pizze del maestro Gianfranco Iervolino, ottimamente coadiuvato dal vice Girolamo Granata, il fornaio Vincenzo Barone e il responsabile dei condimenti Giuseppe Savarese.
Spazziamo via ogni dubbio: la pizza di Gianfranco è sicuramente una delle migliori mai assaggiate, merito di un imposto misto tra farina 00 ed integrale, con altissima idratazione ed una levitazione di almeno 48 ore.
Morbida, con un cornicione molto pronunciato, ma allo stesso tempo leggerissimo.
Ingredienti di primissima qualità, quali pomodori Gustarosso, Agrigenus, Sapori di Corbara, formaggio Conciato Romano “Le Campestre”, olio evo “Pregio” dop, sono la “ciliegina sulla torta” (anzi sulla pizza) di una pizza che accontenterà i palati più sopraffini.
Il menù preparato da Gianfranco spazia da tutte le pizze classiche a quelle gourmet, dove spiccano senza dubbio la sua “Iervolino” con crema di zucca, code di scampi e lardo, pizza che gli ha permesso di vincere i tre spicchi sulla prestigiosa guida del Gambero Rosso, ed il suo marchio di fabbrica, la “Corbara” con pomodoro di Corbara, Bufala, e confettura di pomodoro di Corbara… un capolavoro.
Nella mia visita, oltre ad un’ ottima frittura con tempura di verdure alla julienne, abbiamo provato la suddetta Corbara e la “Don Fortunato”, con melanzana fritta, vellutata di San Marzano dop. cipolla di Tropea e grattata di ricotta salata.
Due vere prelibatezze, più delicata e avvolgente la prima, dal sapore più sostenuto la seconda.
Insomma una esperienza che invito tutti a provare… non ne resterete delusi!!
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2015È in atto una rivoluzione a Napoli: sta nascendo la pizza napoletana contemporanea.
A darle forma e sostanza è stata la puntata di Report che ha messo il dito nella piaga: si mangia troppa pizza fatta male da nord a sud dell’Italia. Le eccellenze, al solito, sono pochissime (e noi le cerchiamo con il nostro Campionato della Pizza grazie ad assaggi a ripetizione).
A Napoli, capitale della pizza tonda e tempio di questa arte bianca, passato il primo momento di sbigottimento si è capito che nulla da temere hanno quelle pizzerie in cui i pizzaioli studiano, sperimentano, fanno qualità. Un segnale che è stato raccolto anche dalla Facoltà di Agraria di Portici che ha dedicato una sessione alla nuova pizza domenica scorsa con gli interventi del pizzaiolo Enzo Coccia e del preside Paolo Masi.
I campioni della pizza sono già scesi in campo per comprendere i desideri di un pubblico che negli anni è diventato sempre più esigente e ora declina la pizza napoletana secondo parametri di qualità indiscussa e benessere. Si va oltre la normalissima considerazione che una pizza non deve essere bruciata.
La richiesta più evidente si è appuntata sulla necessità di nuovi impasti che abbiano apporti di farina integrale: la bestia nera per la pizza che ha necessità di essere stesa con facilità e di rimanere integra nel disco. La parte che contiene fibre si comporta diversamente rispetto a una farina raffinata come la 00. Senza demonizzare la tipologia di farina utilizzata da sempre a Napoli, va ricordato che la capacità di raffinazione è cresciuta nel tempo e dagli anni ’50 il balzo in avanti è stato più evidente. Il “fiore”, la farina più nobile che ricercavano i pizzaioli nell’altro secolo era diversa, più grossolana, di quella odierna.
Gianfranco Iervolino e la sua pizza
Ma non è solo Napoli a seguire la nuova strada della pizza integrale. A Torre del Greco,Gianfranco Iervolino è ritornato a Palazzo Vialdo che aveva avviato 10 anni fa dopo Villa Giovanna (dove eravamo andati per il Campionato) e un passaggio a Nord. Cambiate le farine e il mulino, lo chef pizzaiolo, che è sempre apprezzato per la sua capacità negli abbinamenti, ha già il suo impasto che sta perfezionando.
Gianfranco Iervolino e i suoi panetti integrali
La sensazione è che nei prossimi mesi ci divertiremo con molti impasti nuovi. Siete pronti a sorridere anche voi o siete per il “O è così come era o non è”?
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2015Pizzeria Palazzo Vialdo con Gianfranco Iervolino
Via Nazionale 981 (uscita Torre Annunziata Nord)
Tel. 081.8471624
www.palazzovialdo.it
Aperto sempre
Pizze da 4 a 9 euro
di Tommaso Esposito
Gianfranco Iervolino ritorna alle origini.
Palazzo Vialdo ha segnato il suo esordio.
Ora è di nuovo qui per ricominciare da dieci.
Tanti sono, infatti, gli anni che festeggia questa bella struttura polivalente recuperata dalla famiglia Di Prisco laddove c’era un istituto scolastico retto da suore.
Tre piani e un dehors in cui sono diluiti il ristorante, la pizzeria e la vineria paninoteca.
Palazzo Vialdo gli interni
Buona la cucina di mammà (in carta ci stanno ‘o Rraù e la Genovese) alleggerita dalla mano di un giovane cuoco.
Superba la scelta di ricondurre al forno Gianfranco Iervolino.
E diciamo subito perché.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino i panetti 00
In primo luogo questo ritorno alle origini segna il passaggio naturale, per nulla sofferto dal protagonista, alla grande tradizione della pizza napoletana tout court.
Quella, per intenderci senza mezze parole, che predilige l’impasto con la farina 00, ‘o sciore.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino il panetto
Acqua tantissima, lievito e sale pochissimi.
Cioè idratazione oltre il 65%, lievitazione e maturazione lunghe, fino a trentasei ore. Panetto non stagliato oltre i 280 gr.
Si gioca di testa e di mano.
E soprattutto di esperienza.
Poi ci si mettono le grandi materie prime a completare l’ ingegno
Ecco i risultati all’uscita dal forno.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e la marinara con alici fresche
So’ briosce, currite canta la pizzaiola in una famosa melodia di fine Ottocento.
Cornicione pronunciato, elastico, vibrante al tatto, che sembra quasi alitare di un respiro proprio.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e il cornicione
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e la struttura della margherita
Spessore del disco dall’ultra sottile, con la pizza friarielli e salsiccia, al lievemente pronunciato per sostenere la pizza margherita.
Profumi di pane, ma unicità del boccone al palato.
Scioglievolezza immensa.
Goduria assoluta.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e la pizza marinara con alici
La Pizza Marinara con le con alici fresche, origano di Corbara, aglio, olive di Gaeta, olio evo Pregio d.o.p ora si chiama Marina. Ed è emozionante per la freschezza del San Marzano Agrigenus e l’intensità dei sentori di azzurro.
La Pizza Margherita con il fiordilatte di Agerola e lo stesso San Marzano dop raggiunge la vetta delle migliori in assoluto.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e la pizza salsiccia e broccoli
La Pizza salsiccia e friarielli torresi con salsiccia di maiale nero del beneventano ha un sottile di strato di provola affumicata di Agerola. Che dire? Lussuriosa e basta.
Palazzo Vialdo Gianfranco Iervolino e la pizza corbarino, fiordilatte e confetture di pomodoro
La Pizza Margherita con il Corbarino e la sua confettura è un must. Da non perdere.
Insomma, per buttarla in pallone, sapete che c’è di nuovo?
Qua Gianfranco Iervolino passa con il doppio zero.
E vince!
Mo’ sij na cosa grande!
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2015Che Gianfranco Iervolino fosse un fuoriclasse italiano della pizza lo si sapeva e che Palazzo Vialdo, la splendida struttura creata dal geniale Vincenzo Di Prisco, fosse uno dei fiori all’occhiello della Campania è parimenti scontato per chi vi è stato, ma l’11 dicembre 2014 a Palazzo Vialdo è davvero cambiato qualcosa nel panorama del mondo pizza napoletana.
Personalmente, senza voler sminuire alcuna eccellenza acclarata della nostra bellissima regione ho visto un Gianfranco Iervolino per la prima volta inserito in un contesto a lui congeniale, in una struttura in grado di consentirgli di esprimere appieno un potenziale forse fino ad oggi fin troppo castigato da degli schemi che gli andavano stretti e non gli consentivano di aprirsi con il suo modo di intendere la pizza come avrebbe potuto e può fare.
Per chi non avesse mai mangiato una pizza di Gianfranco Iervolino va detto che sicuramente il suo impasto rappresenta “l’anello di congiunzione” tra la pizza di “paese” (intendendo quest’accezione nel senso più positivo della parola) e quella verace napoletana. Un felice incontro tra i sentori di casa dei paesi vesuviani e la classicità della città di Napoli da intendersi non come “uno sviluppo in meno” rispetto ad altre pizze ma un’evoluzione a parte, fuori dagli schemi, una “biodiversità” a parte nella cosidetta “pizzologia”.
Come per tutti gli artisti (e senza che ciò ingeneri fenomeni che richiedono poi bagni di umiltà urgenti che non riguardano di certo Iervolino che è persona di vera umiltà) ad un periodo della “maternità”, ossia un periodo nel quale si intravede il talento che ancora non si esprime del tutto, segue sempre un cosiddetto periodo della “maturità”. Per Gianfranco Iervolino quel momento è giunto decisamente.
Sicuramente, però, tale felicissimo momento di esplosione del talento finora ancora parzialmente nascosto è anche frutto del luogo nel quale il Maestro pizzaiolo ha potuto esprimersi e Palazzo Vialdo è quel decisamente quel luogo.
Elegante e sobrio, contornato da una grafica di eccellente livello, fresca e morbida, la struttura a quelli che altrove si definirebbero tout court fronzoli ha saputo dare contenuto. Quando questo avviene è perché coesistono due grandi componenti che giocano all’unisono tra loro: idee e fatti. Ma perché ciò sia possibile servono uomini che pensino in maniera divergente. Vincenzo Di Prisco, patron e ideatore della struttura è quell’uomo metà dandy e metà imprenditore con capacità chiara di valutazione. Un mix felice che raramente si incontra ma che quando lo si trova può solo ingenerare grandi cose.
Palazzo Vialdo è fondamentalmente oggi una interessantissima fucina di idee, scelte, cura parossistica dell’immagine e sostanza. In una parola il “bello”.
E che tale impostazione sia stato anche il leit motiv della serata dalla quale ho preso spunto è stato chiaro sin da subito. L’idea delle “pizze del Buon Vivere” non può essere circoscritta a sola azione di sapiente marketing ma è reale interpretazione di ciò che una pizza può trasmettere ed a volte è complesso decodificare. La trasmutazione delle sensazioni in parole, in espressione reale, la decodifica del senso del piacere che un buon cibo sa e può trasmetterci.
Le abbiamo provate tutte e devo dire, per quel che mi riguarda, sia i nomi che gli abbinamenti erano tutti azzeccatissimi oltre che avvincenti e ben centrati.
Questo il sintetico elenco delle pizze del Buon Vivere che meritano sicuramente un assaggio e che ometto di descrivere perché realmente ognuna di queste mi ha ricordato o trasmesso ciò che il suo titolo intendeva trasferire gustativamente e concettualmente.
Benessere – Pizza integrale (90% farina 00 e 10% farina 1) con lievitazione a 24 ore con crudo di scarola, provola dei Monti Lattari, olive nere di Gaeta, capperi di Salina, alici di Cetara ed olio extravergine di oliva del Cilento.
Amicizia – Carciofo violetto di Castellammare, firo di latte dei Monti Lattari, cacioricotta di capra del Cilento.
Ottimismo – (cosa è meglio per essere ottimisti che una bella pizza fritta?) Fritta con spinaci, speck, fior di latte dei Monti Lattari e ricotta di bufala.
Passione – pomodoro San Marzano DOP, provola dei Monti Lattari e ‘nduja di Spilinga.
Arte – (mai parola fu più azzeccata, forse la vera espressione nitida della maturità di Iervolino alla quale accennavo) focaccia con gorgonzola, pancetta di maiale nero casertano, pepe verde ed erba cipollina.
Umiltà – (e mai parola fu più azzeccata in questo strano mondo delle Pizzerie e in relazione ad una pizza) margherita piegata a portafoglio con Antico pomodoro di Napoli e fior di latte di Agerola. La nostra storia, quella dei Lazzari.
Questo meraviglioso viaggio nel gusto, accompagnato da Brut, Satèn 2009 e Rosè di Contadi Castaldi, è stato però occasione di molti altri viaggi nelle emozioni, dall’intervista improvvisata in loco a Oliviero Toscani alla consegna ufficiale della targa AVPN n. 516 per la Pizzeria di Palazzo Vialdo.
Chiudo con le parole di Oliviero Toscani “nella vita sono stato un uomo molto fortunato”. Probabilmente è vero che tale componente sia indispensabile ma accanto a ciò va calcolato e aggiunto che la fortuna la si crea anche con le scelte quotidiane e con le rinunzie a facili strade.
A Palazzo Vialdo, Di Prisco e Iervolino hanno preso la fortuna e dopo averle messo una sella hanno cominciato a cavalcarla. Ora galoppano solo verso successi. Bravi. La mia Campania che va a 1000 all’ora.